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31 Ottobre 2024 – Il ragazzo dai pantaloni rosa

Il ragazzo dai pantaloni rosa: un pugno allo stomaco, senza via d’uscita
Alla prima del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa", la sala è colma. L’atmosfera è densa di aspettativa e, quando le luci si abbassano, lo schermo si illumina con le prime immagini di Andrea. La storia è quella di un ragazzo quindicenne, vessato e ridicolizzato per un paio di pantaloni scoloriti diventati rosa per errore. Un dettaglio che, nella semplicità di una lavatrice sbagliata, scatena per Andrea un inferno di insulti e umiliazioni. Tutto questo calato nell'anno 2012 ma è come se parlasse di oggi, ieri e purtroppo domani.
Durante la proiezione, un silenzio inquieto invade la sala, e mentre la vicenda si sviluppa, quel rosa, quel piccolo sbaglio, diventa un simbolo insostenibile del dolore. Ogni scena è una coltellata: Andrea è circondato dai compagni che sghignazzano, dal rimbombo dei social dove i suoi coetanei lo aggrediscono virtualmente, moltiplicando il suo isolamento. Non c'è musica che alleggerisca, nessuna mano che gli venga tesa: solo una solitudine devastante.
Le persone iniziano a commuoversi, i fazzoletti escono dalle borse. Ma il film non si ferma, non arretra davanti a quella sofferenza. Andrea, inquadrato spesso da solo, appare sempre più fragile, sempre più schiacciato. Il film avanza come una lenta discesa in un abisso che tutti conosciamo ma che speriamo di non vedere mai così vicino. Nessun deus ex machina, nessuna mano a sollevarlo quando lui stesso si è già lasciato andare.
Alla fine, prima dei titoli di coda, lo schermo mostra le immagini reali di Andrea. Si vedono frammenti della sua vita, sorrisi spezzati che sembrano ancora brillare, ma che la realtà ha già soffocato. Ed è in quel momento, con le luci che si riaccendono, che il colpo arriva dritto al cuore.
Qualcuno si alza, con gli occhi lucidi, qualcuno resta immobile, incredulo. Si piange in silenzio. Non c'è spazio per la speranza o per il pensiero che un simile dramma possa essere evitato. Il messaggio è brutale, spietato nella sua verità: Andrea non c'è più, e nessun film, nessuna parola, potrà mai restituirlo alla vita.
--- Pasqualino Trubia